LA NOSTRA STORIA

Non ricordo in quale momento esatto della mia vita abbia iniziato ad affacciarmisi alla mente l’idea del grande anello che poi abbiamo chiamato “il Cammino degli Angeli”. Quello che ricordo con esattezza è che, in un limpido e freddissimo pomeriggio dell’inverno 2006 iniziai a risalire la collina di Limigiano (PG) fino ad arrivare ad un’edicola religiosa che guarda Assisi. C’erano dei fiori sotto la bella immagine in ceramica della Madonna, e ardeva un cero. Non una lampadina, che lassù la corrente elettrica non arriva, un cero. Il sole di taglio del tramonto illuminava Assisi, e i vetri delle finestre scintillavano di luce arancione e io, in quel preciso momento, ho saputo con certezza che da lì sarebbero passati, anche dopo che io avessi lasciato da tempo questa terra, dei pellegrini, in viaggio da Roma.

cappellina

Era un momento difficile, la mia salute stava peggiorando ancora e l’idea di realizzare un Cammino di più di 200 chilometri e di condurvi il primo gruppo di pellegrini, semplicemente, mi atterriva. Per la prima volta nella mia carriera di Guida, l’estate prima avevo dovuto interrompere un trekking, colpito da un misterioso stiramento muscolare: erano solo i primi sintomi di uno stato di debolezza che si sarebbe manifestato in tutta la sua gravità proprio nel periodo della mia passeggiata a Limigiano. Mi è venuto fatto spesso di pensare che a Dio non manca il senso dell’umorismo: affidare a un malato di spondilartrite anchilosante un pellegrinaggio di questa difficoltà… E d’altronde se aveva affidato dei pescatori ignoranti la diffusione in tutto il mondo della Sua Novella, poteva senza difficoltà far funzionare anche questo. Sia come sia, nemmeno due anni dopo, abbastanza sicuro sulle gambe, sarei passato, nel torrido fine-luglio 2007, alla testa del primo gruppo, partito da nove giorni da Roma, diretto ad Assisi, in tempo per il Perdono …

ponte santelia

In quei tempi la zona non era mappata in Google Earth, le carte IGM del viterbese erano vecchie di 30 anni, la CTR non era aggiornata da 15. Così, non riuscendo a risolvere i problemi della traversata del viterbese, ci siamo messi in strada, con due asinelli, per essere autosufficienti, e dopo sei giorni di ricerca e cammino tra Roma e Orte riuscimmo finalmente ad arrivare al ponte medievale di Castel Sant’Elia … Il resto del cammino, ormai era in discesa… ed arrivammo alla prima traversata, nel 2007.

Per alcun anni siamo riusciti ad assicurare un passaggio guidato all’anno per i pellegrini, mai più di 4 o 5, che lo desiderassero. Puoi trovare nella gallery le foto delle prime ricerche e passaggi. 2007. 2008. 2010, poi riuscimmo ad editare la cartoguida e iniziarono le percorrenze autonome dei pellegrini; poche, che un cammino non segnato al piano di calpestio è un’esperienza per pochi, e tuttavia iniziarono.

ombra del pellegrino

Nel frattempo, negli anni a venire, abbiamo provato a cercare finanziamenti per poter segnalare il Cammino al suolo, ma, un bando dietro l’altro, un anno dopo l’altro, non abbiamo raggiunto lo scopo fino al 2018 quando, grazie a Marcello Bigerna e Umbria Risorse SpA riusciamo ad ottenere un contributo che copre le spese di questo lavoro, che ultimato per l’autunno 2018.

Inaugurato il cammino segnato… il Covid. Il cammino è rimasto senza pellegrini  – tutte le ospitalità povere venenro chuse – per due anni. Come molte associazioni, anche la nostra non ha retto il colpo e ora del cammino si occupano i soci della Monte Meru, che ne sono stati co-fondatori, e offrirono la guida cartacea e questo sito, creato e manutenuto gratuitamente da allora.

Ma la nostra avventura, sotto le ali degli Angeli,  continua …